Porcino è il nome comune di alcune specie di funghi del genere Boletus, spesso attribuito, anche come denominazione merceologica, a quattro specie di boleti (la sezione Edules del genere Boletus) facenti capo al Boletus edulis e aventi caratteristiche morfologiche e organolettiche vagamente simili.
Si trova soprattutto nei boschi di querce e di castagno della pianura, e nelle faggete e abetaie di alta montagna. Si tratta di funghi simbionti, gregari, che possono svilupparsi in gruppi di molti esemplari. Di solito nascono tra maggio e giugno, e diventano visibili nel bosco già ad agosto (se la stagione prevede le giuste piogge), anche se è tra settembre e ottobre che la loro presenza è all’apice[1].
Gli antichi Romani chiamavano questi funghi Suillus per il loro aspetto generalmente tozzo e massiccio, e il termine porcino ne è l’esatta traduzione. Possono raggiungere facilmente grandi dimensioni: sono frequenti ritrovamenti di esemplari di peso superiore a uno o due chilogrammi.
I funghi porcini trifolati sono un contorno adatto ad affiancare svariati tipi di pietanze, specialmente quelle a base di carne come arrosti di maiale, di manzo o agnello, filetti, costate, scaloppine.
I funghi porcini sono tra i più pregiati e ricercati nel nostro paese grazie al loro naturale aroma e ottimo sapore e alle carni bianche che non mutano aspetto e colore dopo il taglio.
I funghi porcini trifolati sono ottimi anche per accompagnare la polenta o da aggiungere alle zuppe, ai condimenti di pasta e riso come anche nelle crespelle.
Marco –
Sono un amante dei funghi porcini e questi li ho trovati ottimi!