I crauti (in tedesco Sauerkraut, letteralmente “erba acida” o “verdura acida”) sono un contorno tipico della cucina tedesca, ottenuto dal cavolo cappuccio, tagliato finemente e sottoposto a fermentazione lattica.[1]
Sono detti anche salcrauti o sarcrauti (come adattamento dell’origine tedesco), oppure cavoli acidi o anche, in Venezia Giulia, cappucci acidi[2], a Trieste si chiamano capuzi.
I crauti sono uno dei prodotti più frequenti nella dieta germanica, al punto da formare all’estero, insieme a patate e salsicce, il cliché nutrizionale generalmente attribuito ai tedeschi.
La preparazione è a base di cavolo cappuccio, le cui foglie sono tagliate a piccole strisce e sottoposte a fermentazione lattica naturale controllata, per circa due mesi, con aggiunte di sale da cucina, pepe e aromi.[2] Il procedimento, usato principalmente come metodo di conservazione, modifica il profilo organolettico del vegetale e conferisce ai crauti il tipico sapore deciso e leggermente aspro.
Il risultato è un alimento ricco di vitamine e sali minerali. I crauti favoriscono la digestione, poiché rinforzano la flora intestinale, allontanando così batteri e virus patogeni. Questo risultato lo abbiamo solo se mangiati crudi. Infatti nella cottura tutti i fermenti vivi e le vitamine termolabili, così importanti per la nostra flora intestinale e non solo, vengono compromessi.
Sempre a proposito di primi piatti ecco la ricetta di un risotto da fare con i crauti : pulite il cavolo cappuccio e tagliatelo sottilmente; lessatelo per pochi minuti e una volta scolato immergetelo nell’acqua e ghiaccio per bloccare la cottura e mantenere il colore. Intanto, fate tostare il riso in una padella capiente; in un tegame, fate rosolare un porro tagliato sottile e uno spicchio di aglio. A questo punto unite il riso con il soffritto e i crauti. Sfumate con la birra e continuate la cottura con il brodo, una volta che l’alcool sarà evaporato. Mescolate fino a fine cottura e mantecate con i vostri formaggi preferiti.
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