Il cavolfiore è il fiore commestibile della pianta erbacea Brassica oleracea L., varietà botrytis, appartenente lla famiglia delle Crucifere. Sulla penisola italiana vengono coltivate diverse varietà di cavolfiore (precoci e tardive) che ne determinano la diversificazione e la rispettiva nomenclatura volgare; le principali: sono cavolfiore Gigante di Napoli, cavolfiore Tardivo di Fano, cavolfiore Romanesco e cavolfiore Violetto di Catania.
Il cavolfiore è un ortaggio da mangiare fresco per molti mesi all’anno (anche grazie alle diverse varietà); inoltre, coltivandoli e volendone distribuire il consumo, è possibile conservarlo mediante surgelazione (a cotto o a crudo), sott’olio o sott’aceto.
Per godere appieno del contenuto vitaminico-salino del cavolfiore, questo dovrebbe essere consumato prevalentemente a crudo; infatti, sottoponendolo a cottura (bollitura o lessatura), le vitamine termolabili ed una parte dei sali minerali vengono distrutti o dispersi nel liquido (salvo cottura a vapore e/o in pentola a pressione). E’ poi lecito osservare che, in base alla tendenza culturale italiana, il consumo di cavolfiore crudo risulta quantomeno inusuale; NON tanto per eventuali controindicazioni o effetti indesiderati, bensì per una mera “questione di gusti”. Dal canto loro, i seguaci del “crudismo” ed i vegani in genere, un po’ per scelta, un po’ per incrementare la varietà delle preparazioni commestibili, ne fanno un uso abbastanza frequente avvalendosi maggiormente di tutte le proprietà benefiche… ma anche di quelle anti-nutrizionali. Se da un lato, mangiando il cavolfiore a crudo è possibile assorbire una maggior quantità di vitamine, dall’altro si è comunque sottoposti ad una maggior concentrazione di molecole chelanti (che legano i sali minerali e ne riducono l’assorbimento); non solo, osservando la tabella sottostante si evince che la cottura del cavolfiore ne incrementa la porzione edibile, riduce quella dell’acqua e promuove la concentrazione di carboidrati disponibili e proteine fino a raddoppiarle. In pratica, cuocendo il cavolfiore questo acquisisce una miglior digeribilità ed un maggior apporto energetico.
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